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L’esclusione automatica delle offerte: un’analisi della sentenza del consiglio di stato SEZ VII, 01.07.2024 N. 5780

2024
19Luglio

L’esclusione automatica delle offerte nel contesto degli appalti pubblici rappresenta una questione di cruciale importanza, spesso al centro di dibattiti giuridici ed amministrativi.

La recente sentenza del Consiglio di Stato, Sez. VII, 01.07.2024 n. 5780, offre una chiara interpretazione dei limiti e delle condizioni per l’applicazione di tale meccanismo, gettando luce su alcuni aspetti controversi e delineando principi fondamentali per la corretta gestione delle gare pubbliche.

L’esclusione automatica delle offerte anomale è disciplinata dall’art 54 del d.lgs. 36/2023, che stabilisce i criteri per identificare le offerte che sembrano significativamente basse rispetto alla prestazione richiesta. Tale articolo permette alle stazioni appaltanti di escludere automaticamente le offerte che presentano una percentuale di ribasso eccessiva, evitando così di compromettere la qualità del servizio o la corretta esecuzione del contratto in essere.

La sentenza in esame analizza un caso in cui una stazione appaltante aveva escluso automaticamente un’offerta giudicata anomala, senza dare alla ditta offerente l’opportunità di giustificare il proprio ribasso. Il ricorrente ha contestato tale esclusione, sostenendo che la procedura adottata non rispettava i principi di trasparenza e di parità di trattamento.

Il Consiglio di Stato analizzando il caso, ha ribadito che l’esclusione automatica è legittima solo in presenza di una chiara ed inequivocabile previsione nel bando di gara.

In particolare, la sentenza sottolinea che la stazione appaltante deve indicare esplicitamente i criteri di calcolo della soglia di anomalia le modalità di esclusione automatica. In assenza di tali indicazioni, l’esclusione automatica non può essere considerata conforme ai principi generali del diritto amministrativo.

Un aspetto focale della sentenza è l’enfasi posta sui principi di trasparenza e parità di trattamento. Il Consiglio di Stato ha affermato che, anche quando l’esclusione automatica è prevista, la stazione appaltante deve garantire che tutte le offerte siano valutate in maniera equa e obiettiva. Questo implica che i criteri di esclusione devono essere noti a tutti i partecipanti sin dall’inizio della gara, evitando qualsiasi interpretazione arbitraria o discriminatoria.

La sentenza, quindi, ha importanti implicazioni pratiche per le stazioni appaltanti. Queste devono prestare particolare attenzione nella redazione dei bandi di gara, assicurandosi che tutte le clausole relative all’esclusione automatica siano formulate in modo chiaro e preciso. Inoltre, devono essere pronte a fornire giustificazioni dettagliate nel caso in cui un offerente escluso contesti la decisione, dimostrando che l’esclusione è avvenuta in conformità con le previsioni del bando e con i principi di trasparenza e di parità di trattamento.

In conclusione, possiamo affermare che la sentenza rappresenta un punto di riferimento essenziale per la gestione delle procedure di gara nel contesto degli appalti pubblici. Essa riafferma l’importanza di una chiara previsione normativa per l’applicazione dell’esclusione automatica delle offerte e ribadisce la necessità di rispettare i principi di trasparenza. Le stazioni appaltanti, pertanto, devono operare con rigore e precisione, garantendo che le procedure di gara siano condotte in maniera equa e conforme ai dettami della legge.